Entreranno 21 milioni di euro nelle casse dello Stato, per l’introduzione della cosiddetta “pornotax”, ossia l’addizionale del 25% a carico dei produttori di materiale pornografico, dei tele-imbonitori e dei produttori di trasmissioni che incitano alla violenza. Non è la prima volta che si cerca di introdurre una tassa del genere. Si pensi, infatti, che la pornotax fu proposta già nel 2002 , dall’allora deputato di Forza Italia Vittorio Emanuele Falsitta. Tuttavia la proposta di quest’ultimo non piacque e fu subito accantonata. Dopo poco tempo, però, Daniela Santanché presentò nuovamente la proposta, generando la ribellione e l’ostilità di tutti i produttori di porno. Secondo Riccardo Schicchi, che è un produttore nel mondo della pornografia e dello spettacolo, la pornotax avrebbe, in Italia, effetti deleteri su un settore in crisi. le affermazioni di Riccardo Schicchi non sembrano, poi, molto fedeli alla realtà visto che il giro di affari dell’industria pornografica, in Italia , è molto alto. Secondo una ricerca di Eurispes, infatti, il porno frutterebbe circa 300 milioni di euro dai siti web commerciali, 250 dalle televisioni, 150 dall’home video, 140 dai video telefonini, 120 dalla prostituzione creata dagli annunci, 100 dalle linee hot e così via con riviste e sexy shop (altri 100 milioni).