Sebbene sia iniziato un periodo di timida ripresa economica, sono ancora tante le attività commerciali che sono in vendita, e chiunque può rendersene conto facilmente passeggiando per un qualsiasi quartiere delle città italiane. Ci sono zone che hanno reagito meglio di altre alla crisi economica iniziata nel 2009, ma nessuna si può dire essere stata esente da qualche criticità. In Italia, il grande disavanzo pubblico ha portato come conseguenza la lievitazione delle imposte, che si sono a loro volta tradotte in una mancanza di denaro circolante, colpendo i consumi delle famiglie a tutti i livelli.
Chiunque abbia aperto un’attività commerciale negli anni passati, magari con annesso piccolo stabilimento produttivo, ha sostenuto investimenti importanti di cui avrà pensato di rientrare secondo una certa tempistica. Nel momento in cui l’economia ha preso a muoversi con un ritmo estremamente blando, e, poi, si è pressoché arrestata, tutti i programmi di recupero delle spese iniziali hanno dovuto essere rivisti. Con sempre maggior frequenza, purtroppo, nemmeno le revisioni di tali programmi si sono rivelate sufficienti: le rinegoziazioni dei tassi di interesse di prestiti e mutui, gli allungamenti dei piani di rientro, persino l’impegno di ulteriori capitali personali, non hanno permesso di far fronte a bilanci economici costantemente in perdita. Di fronte a tali situazioni non c’è stata altra decisione possibile per i titolari delle attività che quella di vendere, e, in alcuni casi, svendere. E nemmeno senza difficoltà, perché hanno dovuto trovare un acquirente che avesse la possibilità e la voglia di rischiare investendo in un’impresa che aveva già dimostrato tutta la sua debolezza.
Un imprenditore, però, può essere spinto a porre la propria attività in vendita anche laddove questa sia ben avviata e remunerativa. Ciò può accadere, per esempio, per motivi personali o familiari, o, ancora, in seguito alla necessità di trasferirsi in un’altra città. Sono proprio queste le occasioni da cogliere al volo per chi intende mettersi in proprio dopo un’esperienza di lavoro dipendente o per chi si affaccia al mondo del lavoro per la prima volta ed è convinto che la gestione di un’attività possa rappresentare il proprio futuro.