Tassa Irap: il parere della Cna

 

Silvestrini: «Irap, i patti devono essere rispettati. Occorre partire dal basso elevando la franchigia a 30 mila €

Gli imprenditori sono rimasti colpiti per aver letto sui giornali che, al momento, non ci sarà nessuna riduzione sull’Irap. Ne parliamo con Sergio Silvestrini Segretario generale della CNA, a una settimana dall’Assemblea elettiva della confederazione, dove Gianni Letta ha recato il messaggio autografo del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, nel quale si prometteva «il taglio graduale dell’Irap, fino alla sua soppressione anche mediante l’elevazione della franchigia.
«La correggo. Non solo sono rimasti colpiti, ma dopo un po’ hanno cominciato a inondarci di fax, telefonate e e-mail. I patti devono essere rispettati. Noi non siano una associazione di avventurosi lanciati a demolire il bilancio dello stato. E quindi ci è perfettamente chiaro che per ridurre l’lrap bisogna intervenire su altri fronti. Per noi il controllo della spesa pubblica è un baluardo che deve essere difeso sempre ad ogni costo. Ma difendere la spesa pubblica, non può voler dire incrinare seriamente la tenuta e la forza del tessuto produttivo del paese, cioè di chi, in fondo, attraverso il pagamento dei tributi, mantiene la spesa pubblica.


Dobbiamo accendere un faro sulla spesa corrente, che nel nostro, paese da troppi anni non si riesce a imbrigliare. Questa è la sfida. Così come abbiamo già detto nella nostra assemblea nazionale ci vuole coraggio. Un processo doloroso, complicato, che mette in discussione consenso e assetti sociali consolidati. Tutto ciò non è più rinviabile».
Domanda. Scusi, ma non capisco. Voi difendete ad oltranza il bilancio dello Stato e contemporaneamente chiedete una manovra sull’Irap che costa all’erario.
Risposta. So bene che costa, ma per completare il ragionamento di prima le dico che tra salvare le imprese e tagliare la spesa pubblica improduttiva io non ho dubbi su dove agire. E lei?
D. Ho capito. Allora le chiedo concretamente cosa proponete?
R. Proprio considerando l’esigenza di stabilità dei conti pubblici, noi riteniamo che occorre partire gradualmente, ma dal basso. Cioè dalle imprese di più piccole dimensioni. In primo luogo riteniamo occorra agire sulla franchigia Irap, elevandola dagli attuali 9500 euro ad almeno 30 mila euro. Questo garantirebbe una completa esenzione dall’Irap a circa 2milioni e 200 mila imprese e porterebbe dei benefici ad un altro milione, a costi relativamente ridotti. Gli effetti sulle entrate sarebbero limitati a 1,317 miliardi di euro a fronte di un gettito complessivo del tributo di circa 38 miliardi. Pensiamo poi che sia necessario anche agire sulla componente del costo del lavoro, ma sempre iniziando dalle imprese di più piccole dimensioni. In concreto si potrebbe pensare di aumentare la deduzione prevista per i primi cinque dipendenti portandola dagli attuali 1.850 euro ad almeno a 15 mila.
D. Quali sono le altre proposte che avanzate sul fronte fiscale per affrontare la crisi economica?
R. Occorre prevedere già dal 2009 un incremento della soglia di deducibilità degli interessi passivi dal reddito d’impresa per le società di capitali. La crisi ha prodotto, più che mai nel 2009, una forte contrazione dei margini di guadagno e di risultato della gestione operativa, a fronte di un aumento dell’indebitamento delle imprese. La nostra richiesta è che le nostre società di capitali, possano dedurre in ogni caso dal reddito d’impresa una quota di interessi passivi, pari a 50 milaeuro per il 2009, 40 mila euro per il 2010 e 30 mila euro per gli anni a venire.
D. Per quanto riguarda gli studi di settore, cosa chiedete?
R. Gli studi di settore applicabili per il 2009 devono essere rivisti per adeguarli alla crisi economica pesantissima che le imprese hanno e stanno affrontando nel 2009. Questo deve essere fatto entro il mese di marzo 2010. Ci aspettiamo che questa revisione garantisca al maggior numero di contribuenti di riconoscersi nei ricavi stimati. Riteniamo, infatti, che considerata anche l’angoscia in cui si trovano moltissimi imprenditori occorre assolutamente evitare di creare ulteriori ansie di possibili accertamenti, quando non si è riusciti ad arrivare al volume di ricavi indicato agli studi di settore.
D. Gli imprenditori il prossimo 30 novembre si apprestano a versare la seconda rata di accontoaper il 2009 a fronte di una situazione finanziaria pesantissima.
R. Già, ne siamo consapevoli. Proprio per questo che è riduzione dell’acconto delle imposte. In questo momento così pesante per l’economia quella del prossimo novembre è l’ultima occasione per eliminare l’ingiustizia di dover pagare in anticipo tasse che si scoprono poi non dovute.

 

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